Piazza San Giorgio si presenta, ad oggi, come uno spazio indeterminato e scarsamente “gerarchizzato”.
Un luogo in cui, secondo la nostra interpretazione, la fruizione quotidiana risulta alquanto compressa (e/o depressa) ed il valore identitario negato.Nell'attuale configurazione di “sagrato+villa comunale”, la piazza risulta essere una frazione di entrambi, senza la qualità (e dimensione) di nessuno dei due.La strategia adottata in tal senso si basa, quindi, sul “diradamento” dei segni formanti e, contestualmente, sulla diversificazione e versatilità funzionale del luogo.L’obiettivo principale del progetto, dunque, diventa quello di accogliere le potenzialità sinora descritte e porle in essere attraverso un intervento che garantisca non solo la valorizzazione fisica e funzionale dell'area in questione, ma anche la sua rivitalizzazione sociale e fruitiva in modo da divenire (o tornare ad essere) centralità del Paese, la “prima piazza”.“Molteplicità per mezzo di un atto unico”: questo potrebbe essere lo slogan metodologico con cui perseguire l'obiettivo preposto.
Enfatizzare, cioè, la molteplicità di aspetti ed istanze psico-fisiche proprie del luogo mediante un singolo “gesto” connettivo, autonomo ed autentico, cioè identitario. L'atto unico è un dispositivo architettonico performante che disegna lo spazio e rigenera il luogo, introducendo nuove vocazioni e possibilità. Si muove sinuosamente divenendo, di volta in volta, linea, punto o superficie.
E' fondamentalmente un “attrattore” ma rispetta la molteplicità dinamica della piazza, anzi, da presupposto, ne vuole enfatizzare l'articolazione.
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